Lo strano  caso dei tre folli fisici e della fine che fecero le infermiere che li amavano 
                  Con Gabriele  Catalano, Francesca Giacardi, Maria Teresa Giachetta, Jacopo Marchisio.  
                  Ambientazione  sonora di Massimo Bressan. Costumi a cura dell' atélier Due mosche bianche.  Regia dei Cattivi Maestri.  
                   
                  Spifferi di vento soffiano sinistri, voci e rumori  lontani si accavallano in una sinfonia spettrale... una figura diafana si  aggira tutt'intorno... ma ecco, all'aprirsi del sipario, che quanto sembrava un  mondo di fantasmi e misteri appare invece un sanatorio svizzero perfettamente  organizzato. Che cosa è successo? Dove siamo in realtà? Chi abbiamo di fronte?  Nel reparto speciale di una clinica psichiatrica sono rinchiusi tre scienziati  impazziti, convinti di essere rispettivamente Einstein, Newton e uno stretto  interlocutore di Re Salomone. Ma è davvero così? Perché le infermiere del  sanatorio muoiono come mosche? Che cosa nasconde la direttrice? La vecchia clinica “Les Cérisiers”, ormai abbandonata, deve  essere riaperta da una nuova équipe di psichiatri costretti però a fare i conti  con la memoria di quanto vi è un tempo accaduto, simboleggiato dal fantasma di  Johann Wilhelm Möbius, il più puro dei ricoverati di un tempo. È un vero  spettro? O forse è frutto delle paure di ricercatori e medici che hanno perso  la fede nelle possibilità del loro lavoro? La razionalità scientifica e la  tentazione dello spiritismo si intrecciano, diventando teatro nel teatro quando  si decide di reinscenare il passato, di farlo accadere un'altra volta, per  liberare quel luogo dai suoi antichi incubi. Nasce così una “recita interna” in  cui i colpi di scena si susseguono sino all'unico finale possibile, coronamento  beffardo di un'inchiesta che si ritorce su se stessa. Una tragedia della  solitudine e della ragione, presentata però con i ritmi, gli scatti, le trovate  di una funambolica commedia degli equivoci, fra travestimenti paradossali ed  esibite gag: la commedia originaria diventa essa stessa oggetto di indagine,  come qualcosa di lontano e insieme di presente, al pari dei fantasmi di  quell'epoca atomica che sembra lontana ma ha lasciato invece tanti strascichi  anche in un'età – la nostra – portata troppo spesso a fidarsi di oracoli più  che di scienziati, di falsi miti che di vera ricerca, ora in contrasto e ora  nostalgica per un passato di cui ancora si allungano le ombre. 
 
 
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